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Genere e lavoro nella letteratura e nelle arti fra Otto e Novecento: un’indagine storica e teorica

A cura di Federico Bellini (Università Cattolica del Sacro Cuore), Lisa Marchi (Università di Trento)

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La fine del XIX secolo ha visto il consolidarsi, in particolare nell’Occidente industrializzato, di un paradigma culturale che poneva e tuttora pone il lavoro al centro della vita umana. Sebbene tale modello fosse andato sviluppandosi per almeno un secolo e mezzo, è nei decenni attorno al 1900 che diviene preponderante. Diversi dei discorsi dominanti dell’epoca – socialisti, cattolici, protestanti e liberali – trovarono una convergenza nell’esaltazione del lavoro, spinti in questo dalle epocali trasformazioni della società, dall’emergere di paradigmi politici e culturali alternativi e dalle innovazioni tecniche nei sistemi di produzione.

La letteratura e le arti non sono state solo specchio di questa trasformazione, ma hanno anche contribuito attivamente a plasmare e metabolizzare tale processo storico e culturale. Sebbene molti aspetti di questo cambiamento siano stati ampiamente studiati, il ruolo che in esso ha giocato l’interazione tra identità di genere e lavoro rimane relativamente poco esplorato. In particolare, c’è ancora molto da scoprire su come le lavoratrici – proprio in un momento in cui la loro partecipazione al mondo del lavoro stava crescendo – abbiano contribuito all’affermazione della centralità del lavoro e dell’etica del lavoro, non solo in termini di produzione economica e di sistema capitalista, ma anche come dimensione fondamentale dell’identità e della vita personale.

Per questo numero di de genere, invitiamo proposte di articoli che indaghino le rappresentazioni letterarie e artistiche del lavoro femminile (retribuito e non retribuito) da parte di donne e uomini nel periodo compreso fra il 1870 e il 1930. Desideriamo esplorare come la dimensione del genere, intesa come il complesso dei meccanismi sociali della sua assegnazione e performatività all’interno di un sistema tradizionalmente binario, abbia di fatto influenzato tale cambiamento culturale. Intendiamo quindi interrogarci su come rappresentazioni di aspettative, norme e ruoli di genere abbiano contribuito a modellare o a sfidare la narrativa dominante sul lavoro. In particolare, ci chiediamo: come è stata rappresentata l’interconnessione tra lavoro, identità e genere nella letteratura e nelle arti a cavallo del XX secolo? Cosa ci dicono queste narrazioni letterarie e rappresentazioni artistiche sull’esclusione delle donne lavoratrici, sui loro ruoli segregati e sulle loro vite ribelli? In che misura la letteratura, in particolare, e le arti, in generale, hanno contribuito a consolidare o a mettere in questione le ideologie del lavoro e che ruolo ha svolto in questo processo la distinzione di genere?

Accogliamo contributi che adottino o facciamo convergere diversi approcci disciplinari, inclusi, ma non limitati a, storia, critica letteraria, arti visive, filosofia, studi di genere e queer.

 

 

 

 

Invitiamo un confronto critico con la seguente lista, non esclusiva, di temi:

 

Accogliamo abstract per articoli originali, saggi teorici e approcci interdisciplinari. Gli articoli possono essere in inglese o in italiano. Per proporre un contributo (articoli, interviste, interventi artistici) inviare un abstract di massimo 500 parole in italiano o in inglese e una breve biografia a degenere.journal@gmail.com e in CC a federico.bellini@unicatt.it e lisa.marchi@unitn.it. Per le linee guida per l’invio di una proposta ed altre informazioni, si controllino le linee guida.

 

Scadenze:

Questo Call for Papers fa parte delle attività finanziate dall’Unione Europea – Next Generation EU all’interno del progetto: Beyond Workism and the Work-Centered Society: A Gender-Oriented Theoretical and Historical Inquiry into the Vocabulary of Socio-Political Inclusion (P2022N8YKE, CUP J53D23017750001 - E53D23020210001).

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